Puntuale come il Natale ci sono solo le polemiche sul Natale. Quest’anno la scuola finita nella bufera è l’istituto Italo Calvino, periferia nord di Milano, dove su 1200 alunni il 23% è straniero. E il motivo è un volantino con cui si invitano le famiglie alla “Grande festa delle buone feste”. Sparita la parola Natale sono subito comparse le critiche di chi accusa la scuola di voler smantellare le tradizioni cristiane. “Non è così – spiega la preside Dorotea Russo – abbiamo in programma una settimana di eventi sul Natale, dai canti al presepe fino all’albero, quella del 17 dicembre era una festa in cui volevamo presentare una serie di iniziative per aiutare gli adolescenti che nell’ultimo periodo hanno manifestato difficoltà. Ho evitato di scrivere Natale perché stranieri e non cattolici forse non sarebbero venuti. All’inizio avevo proposto di chiamarla “Festa di accoglienza dell’inverno” ma poi, anche senza voto, l’accordo sembrava raggiunto sul nome che abbiamo dato. Una spiegazione che non convince il presidente del municipio 2, Samuele Piscina, che ha sollevato la questione: “Così si smantellano le nostre tradizioni e i nostri valori, come se ce ne dovessimo vergognare. Il nome dato alla festa della Italo Calvino? Ridicolo, se non fosse triste. In questo modo si fomenta l’intolleranza verso la nostra cultura”.