Tangenti, ancora tangenti e corruzione nella Sanità lombarda. E questa volta è un terremoto. Sei arresti eccellenti, fra cui spicca quello di Paola Navone direttrice sanitaria del Gaetano Pini: il fiore all’occhiello degli ospedali milanesi. Poi quattro primari, 2 sempre del Pini-CTO (Carmine Cucciniello e Giorgio Calori) e due del Galeazzi: il chirurgo Carlo Romanò e Lorenzo Drago, responsabile del Laboratorio analisi. Tutti agli arresti domiciliari. Ma è già galera per Tommaso Brenicci, l’imprenditore e amministratore della EON MEDICA di Monza che diceva – intercettato – “Il Pini è l’ospedale più facile del mondo perché non ci sono gare… Se sei amico di un chirurgo è tutto libero… tutto libero!”. L’indagine è doppiamente grave per il Gaetano Pini perché è lo sviluppo di un’altra clamorosa inchiesta, quella sul primario Norberto Confalonieri messo agli arresti un anno fa: era il 27 marzo 2017.

Proprio la direttrice Paola Navona fu chiamata in Tv, a Porta a Porta, per difendere il buon nome del suo ospedale e non si fece pregare: “Applicheremo subito il Codice anticorruzione e per la legalità” disse in diretta. Quel piano anticorruzione la direttrice lo ha firmato come prescrive il suo ruolo ma, ora, l’ordinanza emessa dal GIP De Pascale su richiesta dei PM milanesi Eugenio Fusco e Maria Letizia Mannella la accusa di aver incassato benefit impropri, fra cui un cesto di Natale da 1000 Euro, il pagamento delle spese per un congresso a Parigi, la promessa di uno stage per la figlia. Questo ed altro in cambio dell’acquisto di un complesso dispositivo per la diagnosi di infezioni articolari commercializzato dalla azienda indagata, con la quale avrebbero combinato allegri affari anche i quattro primari. Per loro l’accusa è corruzione. Norberto Confalonieri, intanto, è stato rinviato a giudizio anche per lesioni (due colpose, una dolosa) ai danni di tre pazienti finite sotto i suoi ferri, anche se ha continuato a difendersi dichiarandosi innocente. Ma come nel suo caso, anche nel nuovo ramo dell’inchiesta sono le frasi scherzose fra colleghi che, intercettate, picchiano più duro: nella trascrizione agli atti, ad esempio, Cucciniello definisce il chirurgo Calori “Delinquente vero”, perché avrebbe spaventato un ricco paziente prospettando un rischio di amputazione del piede del tutto inesistente sul piano medico. Utile soltanto per incassar quattrini.