Anche nel 2022, il Conou ha raggiunto livelli di eccellenza nell’economia circolare, raccogliendo 181 mila tonnellate di olio usato ed avviandone alla rigenerazione il 98,3 per cento

L’Assemblea dei consorziati del Consorzio nazionale degli oli minerali usati (Conou) ha approvato all’unanimità il bilancio 2022. Dal settembre dello scorso anno, il Consorzio ha ulteriormente ridotto il contributo “oli usati”, dovuto dalle aziende sulla base delle immissioni al consumo di lubrificanti, da 110 euro/tonnellata a 70 euro/tonnellata, il valore più basso dal 2015 a oggi. Anche nel 2022, il Conou ha raggiunto livelli di eccellenza nell’economia circolare, raccogliendo 181 mila tonnellate di olio usato ed avviandone alla rigenerazione il 98,3 per cento, dato che si confronta con la media degli altri Paesi Ue, dell’ordine del 56 per cento. Il presidente Riccardo Piunti evidenzia: “Attraverso la rigenerazione dell’olio usato raccolto, sono state prodotte 118.000 tonnellate di nuove basi lubrificanti, oltre 38 mila tonnellate di bitumi e gasoli, con un significativo risparmio per la bolletta energetica del nostro Paese”. Secondo quanto riferisce una nota, solo una piccola parte dell’olio raccolto, pari al 1,6 per cento, è stato avviato a combustione mentre l’olio termodistrutto, in quanto fortemente inquinato, è stato solo lo 0,1 per cento del totale. Il tasso di raccolta cioè il rapporto tra olio raccolto e immissioni al consumo di oli lubrificanti, è salito al 47,2 per cento, anch’esso un massimo storico.

Risultati rilevanti sono stati raggiunti anche nella qualità dell’olio usato: “Le attività di gestione della qualità dell’olio in ingresso continuano a dare risultati, consentendo di concentrare, in piccoli volumi destinati a combustione, gli inquinanti dell’olio usato; si sono fatti passi avanti nel ridurre il contenuto di acqua e di silicio dell’olio rigenerabile. La qualità dei processi, oggetto di specifica attenzione nel 2022, fa registrare una riduzione dei carichi declassati e dei cambi di prenotazione nella logistica”, sottolinea Piunti che della qualità, nei differenti aspetti, ha da sempre fatto una bandiera. Fedele al ruolo di bilanciatore del sistema, il Consorzio ha, inoltre, reagito con rapidità ed efficacia alla crisi dell’energia, mettendo in campo misure di compensazione del picco dei costi di trasporto e del gas sia per i Raccoglitori che per i Rigeneratori. Dal punto di vista economico, nonostante la tempestiva riduzione del contributo, il Consorzio ha accantonato 7,8 milioni di euro, che aggiunti ai 12,2 milioni di euro accantonati nel 2021, hanno permesso di ricostituire quasi interamente la Riserva, alla quale si era attinto nel 2019 e nel 2020 per complessivi 22 milioni di euro. Tale risultato è stato raggiunto soprattutto grazie al ridotto supporto alle imprese di rigenerazione, in ragione degli alti prezzi degli oli base, ma anche grazie alla forte attenzione ai costi di gestione ridotti di circa 340 mila euro rispetto al 2021. La formazione del personale ha raggiunto le 750 più che triplicando rispetto al 2021. La struttura organizzativa, adottata nel dicembre 2021 nel rispetto della nuova segregazione dei ruoli, è andata perfettamente a regime, con le tre direzioni Tecnico-Operativa, Amministrazione Finanza e Controllo, Legale e Procurement, e le funzioni Comunicazione e Hr, in piena operatività. Nel 2022 è stato anche varato il modello 231 aggiornato e il rifacimento del sistema procedurale di conserva con il funzionamento della organizzazione.