Graziella Matarrese

Sono nata a Milano il 24 aprile 1991. E, come spesso accade per i giornalisti, l’amore per la parola l’ho scoperto fin da bambina. Così, crescendo, l’ho coltivato tra i banchi del Liceo Parini di Milano. Poi, ho ricevuto quella che mi piace definire la “vocazione” della filosofia: mi sono laureata con una tesi in Bioetica all’università Vita-Salute San Raffaele, gustando ogni secondo di quel percorso meraviglioso. Ma, a quel punto, sentivo che il mondo delle humanae litterae mi stava un po’ stretto: volevo misurarmi con qualcosa che sentivo lontano da me. Quindi ho voltato pagina e mi sono buttata in un Master in Marketing alla Bocconi, che mi ha portata, poi, a lavorare sei mesi a Parigi in un e-commerce. Erano i giorni del primo attentato terroristico in Europa, quello alla redazione di Charlie Hebdo, che, casualmente, era proprio a pochi passi da dove vivevo. Non dimenticherò mai il silenzio assordante nella metropolitana, per le strade, tra la gente nei giorni successivi a quel fatto. Qualcosa si stava accendendo dentro di me: la voglia di raccontare, capire, spiegare. Tornata a Milano ho deciso che avrei dovuto ancora una volta ricominciare da capo. Entrata alla Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica, ho incominciato a immergermi in questa professione, che è poi una scelta di vita. Iscritta all’albo dei professionisti dal 2018, con le prime esperienze in tv a Mediaset ho capito che quel linguaggio, fatto di immagini, suoni e parole che è il giornalismo televisivo era quello che faceva per me, per l’infinito ventaglio di possibilità comunicative che offre. A dicembre 2018 arrivo per caso a Telelombardia: e grazie alle persone che hanno creduto in me, per la prima volta, ci ho messo la faccia. Mi piace ascoltare e osservare, prima ancora che parlare. E credo fermamente che l’informazione e lo spirito critico ci rendano liberi. Amo la musica, la natura e tutto ciò che mi possa alleviare questa grande sete di vita che ho. Se fossi un libro sarei Finzioni di Jorge Luis Borges. Il mio guilty pleasure? Maglia e uncinetto, anche se sono scarsa (ma migliorerò!).