“ Ho commesso una grave azione”. “Un’azione terribile che compromette tutto quello che di buono ho fatto nella vita”.

C’è tutta la disperazione di un momento in quelle poche righe scritte a mano da Enrico Lainati, il 48enne che ha ucciso Miledy Verdial Canales, la 22enne che lavorava per lui come colf e con la quale aveva una relazione, e poi si è tolto la vita con un colpo di pistola alla testa.

Una lettera confessione che i carabinieri hanno trovato in cucina, nella villetta dove i due vivevano a Borgarello, in provincia di Pavia. Col passare delle ore, dunque, i contorni di questa tragedia appaiono sempre più chiari.

L’uomo ha prima discusso con la donna. Alla base, probabilmente, la bella vita di lui: i frequenti viaggi all’estero, soprattutto a Cuba, e le molte donne. Miledy, anche lei cubana, forse, non accettava di essere una delle tante. Hanno litigato fino alla tragedia: la donna sarà ritrovata in camera da letto, a terra, con segni di strangolamento al collo. E’ sabato sera, lui, veglia il suo corpo per tutta la notte. Poi scrive la lettera. Ai parenti, manda anche un sms di scuse per quanto fatto. Il cerchio si chiude quando i carabinieri, guidati dalle celle telefoniche cha avevano agganciato il suo cellulare, arrivano in queste campagne poco distanti da casa. Qui, Enrico Lanati sarà trovato morto, ancora in sella al suo scooter: si era sparato un colpo alla testa con una pistola detenuta illegalmente.

Finisce così la sua vita, all’insegna degli eccessi. Un lavoro di prestigio, era titolare di una ditta di importexport. Auto di lusso, abiti firmati, tanti soldi e tante donne. Quest’ultimi i due motivi della tragedia. Gli amici, che frequentavano le molte feste che si tenevano nella villetta, hanno confermato i rapporti tesi fra di loro. Anche sabato sera, poco prima di discutere, durante l’ultima grigliata, non avevano nascosto le loro tensioni. Lui, pare l’accusasse di avergli sottratto dei soldi; lei, di avere troppe donne. Non voleva, Miledy, essere una delle tante.