Intorno gli zii, le cugine, i nonni paterni. Protetto da un riserbo strettissimo. I primi giorni di Eitan sono all’insegna della riservatezza. Nessuna dichiarazione da parte degli zii. Nessuno commento. “ Si spengano i riflettori”, hanno fatto sapere i loro avvocati.
Gli stessi riflettori che lo hanno visto al centro di un dramma e poi di una contesa familiare. Prima l’incidente della funivia sul Mottarone: lui, l’unico sopravvissuto, perderà i genitori e il fratello. Poi il rapimento da parte del nonno materno che, all’insaputa della zia affidataria, lo riporta a Tel Aviv dove ha le sue origini. Qui, una battaglia legale per averne la custodia fino a quando, dopo 84 giorni, fa rientro in Italia. Ad accoglierlo in aeroporto a Orio al Serio, le forze dell’ordine che lo scorteranno, assieme agli zii, fino a casa. Al poliziotto che lo prende in braccio dirà: “ sono contento di tornare a casa”.