Un mitra usato in campo militare. Un’arma pericolosissima mai registrata negli archivi della polizia. E’ anche su questo gioiello del crimine che si concentra l’attenzione degli inquirenti per far luce sul commando intercettato per le strade di Milano e fermato dalla polizia in zona San Siro. Un arresto, lo vedete filmato e poi messo sui social, eseguito in piazza Zavattari.
Nessuna resistenza. La polizia li fa sdraiare a terra e li ammanetta. Pochi metri prima, dall’auto a forte velocità, la banda ha lanciato il mitra, lasciandolo a terra assieme ai colpi. Proprio quel mitra è un nodo da sciogliere: troppo potente per servire a compiere una rapina. Forse un agguato o un’intimidazione. A complicare le indagini l’alto profilo criminale dei coinvolti. A parte due incensurati, tre sono già noti. Uno in particolare: Francesco Pellegrini legato alle ‘ndrine calabresi con base a Buccinasco. Un “ ufficiale” dei Barbaro, dicono gli inquirenti. Elementi ancora tutti da collegare. Sullo sfondo resta l’inseguimento, alle sette di sera, in una città ancora sveglia dove il tema sicurezza è tornato alla ribalta. Dagli interrogatori di convalida intanto sono emersi nuovi particolari sul mitra. Il conducente dell’auto ha confermato che era suo, agli inquirenti ha detto: lo stavo portando in un bar di San Siro per una festa con amici. Gli altri quattro, che hanno risposto al gip, hanno invece detto che non sapevano che l’arma fosse a bordo della macchina.