Centinaia di immagini pornografiche nel computer, nel cellulare. Il mistero sulla morte di Donatien Mbayhornom, il sacerdote di 39 anni, originario del Ciad, trovato senza vita nel cimitero di Cormano, si infittisce. Gli inquirenti hanno analizzato tutti i suoi dispositivi, hanno preso in esame le mail inviate, i messaggi ma l’attenzione si è concentrata su un altro dettaglio: una lunga lista di foto a luci rosse trovate nel computer e in uno dei due telefonini di cui il prete disponeva. L’altro, il secondo, nella tasca della giacca, era distrutto e non è stato di alcun aiuto.
Foto senza significato? Un modo per evadere? O c’è dell’altro? Per gli inquirenti l’uomo si sarebbe suicidato. Sullo sfondo, però, i tanti dubbi. Il primo: la posizione del corpo, insolita per un suicidio.Il luogo del ritrovamento. Perché finire a Cormano? Luogo sconosciuto al sacerdote? Ora, queste foto. Nella denuncia di scomparsa, fatta dall’Università Pontificia di Roma, si scrive che l’uomo non si era integrato. Quelle immagini, quindi: un modo per evadere? E perché togliersi la vita: qualcuno forse le aveva scoperte?