Riservata, schiva, nessuna frequentazione se non legata a quella sua attività di venditrice per un noto marchio di casalinghi. Così la ricorda chi l’ha conosciuta Fioretta Biazzi, uccisa da un infarto nella sua abitazione, A CASTEL Goffredo, nel mantovano. L’autopsia ha confermato: il decesso è avvenuto per infarto ma resta il giallo. Il mistero ruota tutto attorno a cosa abbia provocato il malore letale. Forse una rapina finita male: la donna potrebbe aver sorpreso qualcuno in casa, da qui lo spavento e l’infarto. Ad avvallare questa tesi la camera da letto trovata a soqquadro. Eppure se di ladri si tratta, hanno agito senza lasciare traccia.
Vedova, senza figli, Fioretta era molto conosciuta in paese per quel suo passato da sindacalista e per quella sua attività di venditrice che aveva sospeso, di recente, per problemi di salute. Un intervento poi la convalescenza trascorsa da parenti nel cremonese fino al rientro a casa e alla sua morte, scoperta dalla nipote. Oggi, ci si interroga su cosa l’abbia uccisa. Lontano dalle telecamere qualcuno osa raccontare di estranei che nell’ultimo periodo si vedevano in zona.
Indipendente, dinamica nonostante i suoi 88 anni, Fioretta potrebbe aver aperto a qualcuno che conosceva.