
Gli inquirenti sono convinti della responsabilità di Emanuele Mirti, l’operaio 53enne, incensurato, arrestato per l’omicidio di Davide Gorla, il commerciante 64enne ucciso nel tardo pomeriggio di mercoledì 25 giugno. Il movente su cui insistono gli investigatori della squadra Mobile sarebbe quello economico perché l’operaio originario di Castellanza viveva in un immobile di proprietà di Gorla, ma da tempo non pagava l’affitto, fino ad accumulare un debito di circa 10mila euro.
Proseguono le ricerche dell’arma del delitto, potrebbe essere un tagliacarte o una lama molto sottile. Gli investigatori stanno cercando anche una maglietta sporca di sangue, che sarebbe stata indossata da Mirti durante l’omicidio e che si sarebbe cambiato qualche centinaio di metri del luogo del delitto come ripreso da alcune telecamere del centro città.
La ricostruzione degli inquirenti vedrebbe Emanuele Mirti raggiungere Davide Gorla nel suo negozio di via Milano, a Busto Arsizio, discutere con lui e poi, secondo alcuni testimoni, Gorla avrebbe gridato ”ma cosa fai? Sei matto?”. Poi, il silenzio.
Emanuele Mirti, che ha incontrato il suo Avvocato in carcere, per ora avrebbe negato ogni accusa.
Proseguono le ricerche dell’arma del delitto, potrebbe essere un tagliacarte o una lama molto sottile. Gli investigatori stanno cercando anche una maglietta sporca di sangue, che sarebbe stata indossata da Mirti durante l’omicidio e che si sarebbe cambiato qualche centinaio di metri del luogo del delitto come ripreso da alcune telecamere del centro città.
La ricostruzione degli inquirenti vedrebbe Emanuele Mirti raggiungere Davide Gorla nel suo negozio di via Milano, a Busto Arsizio, discutere con lui e poi, secondo alcuni testimoni, Gorla avrebbe gridato ”ma cosa fai? Sei matto?”. Poi, il silenzio.
Emanuele Mirti, che ha incontrato il suo Avvocato in carcere, per ora avrebbe negato ogni accusa.