Calma piatta all’agenzia delle dogane di Milano, nessun dipendente esce e tutti preferiscono pranzare all’interno. Non certo una casualità, dopo la notizia che otto loro colleghi ora rischiano di essere licenziati per quelle pause pranzo troppo lunghe e soprattutto fatte senza timbrare il badge. Conseguenza del decreto Madia che punta a punire proprio i furbetti del cartellino come questi dipendenti del laboratorio chimico dell’agenzia delle dogane. Quei pochi lavoratori che escono scappano e non vogliono parlare. Abbiamo anche citofonato, ma in sede non ci ha risposto nessuno. La vicenda scoppia quando un dipendente denuncia alla procura i colleghi che uscivano in pausa pranzo senza timbrare. Il regolamento prevede che si possa mangiare in mensa, e viene così scalata mezz’ora di lavoro, oppure c’è la possibilità di uscire dalle 13 alle 15 e fa fede la timbratura: le due ore devono essere poi recuperate. Ma facendo i furbetti, questi 8 dipendenti non risultavano usciti e quindi non dovevano poi trattenersi in ufficio. Semplice quanto illegale, sono stati pizzicati grazie anche alle telecamere. Non solo hanno arrecato danno all’agenzia delle dogane per centinaia di euro, ma soprattutto ora gli 8 indagati rischiano il licenziamento, in base al decreto Madia sulla pubblica amministrazione. Se così fosse si tratterrebbe di uno dei primi casi a Milano.