La Chiesa che fatica a contenere la folla stretta attorno alla bara con la maglietta della squadra del cuore. Carugate, dove il sindaco Lica Maggioni ha proclamato lutto cittadino, saluta così Marco Pozzetti, l’operaio 54enne morto assieme ad altri due colleghi sotto il peso di una gru, crollata a Torino durante il lavoro. I fiori, la commozione della gente, qui Marco era ben voluto e conosciuto da tutti. Un dolore immenso che arriva fino a Cassano d’Adda dove viveva l’altro operaio, Roberto Peretti di 52 anni e dove è stata allestita la camera ardente in attesa delle esequie. A perdere la vita anche Francesco Falotico, di soli 20 anni, residente in provincia di Torino. Eccoli, tutti e tre, nell’ultimo selfie pochi giorni prima della tragedia, a 40 metri d’altezza, su quella stessa gru che si sbriciolerà sui loro corpi. Un incidente al quale gli inquirenti dovranno dare una risposta.
Dalle prime ipotesi tutte aperte, errore umano o fatalità, ora si fa strada una causa più di altre. Forse un’anomalia nella fase di montaggio. Da qui, una sollecitazione anomala in quota non più gestibile e che avrebbe fatto crollare la struttura. Nulla ancora di ufficiale ma dall’esame dei rottami sembra infatti che il fissaggio finale del braccio della gru non fosse ancora stato ultimato. Perché? Un errore da parte degli operai? Tutti esperti e di lunga esperienza? Molti gli aspetti che l’inchiesta, per omicidio colposo a carico di ignoti, dovrà accertare.