Commosso, così Attilio Fontana all’altro capo del telefono avvisato dai suoi avvocati immediatamente dopo la decisione di non processarlo per l’inchiesta sulla fornitura dei camici in piena pandemia. Decade così l’accusa di frode in pubbliche forniture che aveva visto coinvolti, oltre al governatore, altre quattro persone, tra queste il cognato Andrea Dini. Nessuno di loro andrà a processo.
L’inchiesta riguarda la fornitura di dispositivi di protezione medica durante la prima ondata di pandemia, attraverso la controllata Aria. Da qui il sospetto su un contratto da mezzo milione di euro che avrebbe permesso di avere 75mila camici, stipulato con la Dama, società controllata dal cognato del presidente. Un conflitto di interesse, ipotizzavano gli inquirenti, mascherato poi da una donazione. Sospetti tutti crollati.