La richiesta, troppo insistente, di farsi restituire una somma di denaro prestata. Potrebbe essere questo il motivo che ha portato alla morte di Naxhat Rama, il kosovaro di 40 anni, trovato nel bagagliaio di un Suv, legato mani e piedi, e poi dato alle fiamme. A Cologne, nelle campagne della Franciacorta.
L’allarme era scattato lunedì pomeriggio quando gli abitanti delle poche cascine in zona si erano accorti di quell’incendio e di quella macchina, di grossa cilindrata, che andava a fuoco. L’intervento dei vigili aveva poi fatto scoprire il resto: quell’uomo, legato mani e piedi, incaprettato secondo uno stile che aveva fatto subito pensare a un metodo mafioso. Tre giorni di indagini, con i carabinieri che hanno passato al setaccio l’intera area, hanno portato alla svolta: il presunto responsabile sarebbe un italiano di 53 anni. L’uomo, che di professione fa il meccanico risiede a Palazzolo, sempre nel bresciano. Fondamentale anche l’identità della vittima, già nota alle forza dell’ordine. Avrebbe dovuto presentarsi in aula per una precedente vicenda: il tentato incendio della villa sul garda del vice presidente del cda di Esselunga. L’analisi, incrociata, dei tabulati telefonici ha fatto poi il resto.
Una vicenda con ancora tanti punti da chiarire, soprattutto perché l’uomo, che attende di comparire davanti al gip per la convalida, non ha confessato il delitto. Restano dunque da accertare la dinamica e il movente. L’uomo, ora, si trova in carcere. Dovrà rispondere di omicidio aggravato dalla premeditazione, distruzione di cadavere e detenzione illegale di armi