Ogni dettaglio viene nuovamente verificato dagli uomini del Reparto Operativo dei Carabinieri di Bergamo che nell’arco di pochi giorni hanno effettuato tre nuovi accessi nella villetta di piazza Madonna delle Nevi a Seriate, teatro dell’omicidio della professoressa Gianna Del Gaudio.

Ancora una volta sono i garage ad essere ispezionati con il luminol, un’area questa passata al setaccio più volte come anche il dedalo di vie che si snoda nei sotterranei, alla ricerca di una traccia di quell’uomo incappucciato descritto sin da subito da Antonio Tizzani, marito della vittima e unico indagato per la sua morte. Ma l’attenzione degli investigatori si è concentrata anche sulla canna fumaria presente in casa di Antonio e Gianna, per verificare nuovamente – su impulso della Procura – che ogni dettaglio non sia stato tralasciato.

Sono passate solo 24 ore, il 3 febbraio un perito informatico nominato dalla Procura arriva direttamente da Brescia. A lei il compito di effettuare rilievi tecnici sul segnale internet di casa Tizzani. Qualcuno si è collegato quella sera? Probabilmente sì, le verifiche potrebbero presto chiarire chi e in che punto della casa. Dati questi che –se estrapolati – riuscirebbero a dare preziose indicazioni anche sulla posizione di Antonio Tizzani.
Tre giorni dopo – il 6 febbraio – tornano i Ris che alla presenza del consulente della difesa, il genetista Giorgio Portera, ispezionano nuovamente la villetta, questa volta anche al piano superiore. Ad Antonio Tizzani – presente durante la perquisizione – viene sequestrato il cellulare.

Perquisizioni intensificate, nuovi rilievi con il luminol, segnale internet sotto la lente di ingrandimento. Un atto dovuto, fanno sapere gli investigatori. Un’improvvisa accelerazione anche per consentire all’’ex ferroviere di rientrare in possesso nel più breve tempo possibile della sua abitazione.