Patrizia Reggiani, la donna condannata come mandante di uno degli omicidi che fece più clamore nella Milano degli anni 90, ovvero quello dell’ex marito Maurizio Gucci, potrebbe avere diritto a un vitalizio da un milione di euro all’anno. Pagato, sembra paradossale ma è così, con i soldi dell’imprenditore che proprio lei, per la giustizia, fece uccidere (la donna si è sempre proclamata innocente). Spetterebbe alle figlie, Allegra e Alessandra, elargire l’ingente somma in quanto uniche eredi del padre e dovrebbero corrisponderle anche i 24 milioni di arretrati maturati durante gli anni passati in carcere. Una beffa ma sancita dalla legge. Gucci e Reggiani infatti, quando erano già divorziati, nel 1993 firmarono a Saint Moritz, in Svizzera, un accordo in cui l’uomo si impegnava a corrisponderle 1,1 milioni di franchi svizzeri all’anno per tutta la vita. Accordo che non è decaduto con il delitto. Lunga e complessa la vicenda giudiziaria, l’ultima tappa è la sentenza della quarta sezione della Corte d’Appello di Milano che le riconosce proprio il diritto al vitalizio. Secondo i giudici infatti il comportamento penalmente sanzionato di Patrizia Reggiani non ha però avuto rilievo sugli accordi con Maurizio Gucci ed è irrilevante. Ogni altra valutazione – per il collegio – attiene all’ambito morale e non strettamente giuridico e quindi non influenza l’interpretazione dell’accordo. Comunque per avere i soldi ci vorrà tempo perché il foro di Saint Moritz considera esecutive solo le sentenze passate in giudicato. E comunque se le figlie decideranno di fare ricorso in Cassazione, bisognerà aspettare la decisione dei supremi giudici e dunque non è scontato che Patrizia Reggiani possa incassare il vitalizio milionario.