Dal silenzio della sua camera alla solitudine in cella. Mattia del Zotto, arrestato il 7 dicembre, si trova nel carcere di Monza. Interrogato ha confermato di essere stato lui ad avvelenare i parenti, perché impuri, con il tallio. Il veleno, nascosto nella cantina di via Fiume a Nova Milanese, ha ucciso i nonni paterni e una zia, intossicando altre 5 persone. Tra loro i nonni materni, ricoverati all’ospedale di Desio. Le loro condizioni stanno migliorando anche se dovranno restare sotto osservazione ancora per qualche settimana. Con il massimo riguardo gli è stata poi comunicata, da una figlia insieme ai medici, la dolorosa notizia ovvero che a mettere il tallio nella tisana era stato il nipote. La reazione, secondo quanto riferito dal primario, è stata di stupore ma anche di rassegnazione. Comunque contenuta, senza gesti o parole vistose, un dolore composto. Il nonno in particolare avrebbe fatto capire di essere consapevole che Mattia soffra di problemi non comuni dal punto di vista psichiatrico. Nessuno dei famigliari però avrebbe mai immaginato che potesse arrivare a uccidere. Era un ragazzo chiuso, negli ultimi due anni non usciva di casa rifiutando l’aiuto che i genitori gli avevano proposto prospettandogli di incontrare uno psicologo. Viveva con l’essenziale, non guidava, non voleva si usasse il telecomando, mangiava poco. Fobie, manie ma niente faceva sospettare che stesse pianificando il modo di sterminare le persone a lui più vicine. Intanto dal punto di vista della indagini proseguono gli approfondimenti per ricostruire tutti i passaggi di questa drammatica vicenda che ha distrutto una famiglia.