La richiesta d’aiuto raccolta dai carabinieri, una notte passata fuori per salvarsi da quell’uomo poi, la decisione, inspiegata, di tornare in quella casa.

Un destino, quello di Jessica Valentina Faoro, già scritto pochi giorni prima di morire.I carabinieri erano saliti nell’appartamento. Dentro, oltre alla ragazza, solo Garlaschi. Anche quella volta, così come la notte dell’omicidio, la moglie non era in casa.

All’esame attento dei carabinieri, non era apparsa alcuna anomalia. Avevano persino proposto alla giovane un’altra sistemazione. Lei aveva risposto che sarebbe andata da un’amica. Nulla più, neppure una formale denuncia.

Non stava bene quella sera Jessica, aveva qualche linea di febbre ma aveva rifiutato anche l’ambulanza. “In ospedale ci vado da sola, in bicicletta, aveva detto ai carabinieri”.

Quella sera, in effetti, la giovane non dormì a casa di Garlaschi. Salvo poi ritornarci nei giorni seguenti. Di quell’uomo, forse, si fidava. Non sapeva neppure che era sposato: quella donna, anziché la moglie, credeva fosse la sorella.

Si fidava Jessica, non sapeva, che di lì a poco, quel no, detto forse ingenuamente ai carabinieri, le sarebbe costato la vita.