Vito Clericò non ha ucciso la promoter di Castellanza con uno dei 16 coltelli trovati all’interno della sua villetta di Garbagnate Milanese durante l’ultima perquisizione da parte dei Carabinieri. Sono i risultati contenuti nella relazione tecnica di tipo biologico depositata dal RIS di Parma presso la Procura di Milano, dove il fascicolo per la morte di Marilena Re è stato trasferito per competenza territoriale.
Si tratta di sedici coltelli nascosti in cucina all’interno di uno scatolone, erano stati trovati durante l’ultimo accesso nella villetta di via Livorno da parte degli investigatori, che in realtà si trovavano lì assieme agli esperti del Labanof per repertare il fogliame presente nel giardino dei coniugi Clericò. Il sospetto – dopo il sequestro – era chiaro: Vito Clerico’, che aveva raccontato di essersi liberato dell’arma del delitto lasciandola accanto a un cassonetto, poteva aver utilizzato una di queste lame per compiere il brutale omicidio della sua ex vicina di casa. Ma gli esiti non vanno verso questa ipotesi, non c’è traccia del sangue di Marilena Re.
Le analisi eseguite dagli uomini del Reparto Investigazioni Scientifiche di Parma hanno però dato esito positivo su 6 coltelli. Tuttavia – si legge nelle conclusioni a pagina 12 – a causa della limitata quantità di materiale biologico non è stato possibile confermare che la presenza di materiale ematico fosse corretta, e che lo stesso potesse essere ricondotto a materiale ematico umano. La villa di Garebagnate Milanese potrebbe essere presto dissequestrata.