di Marco Pomponio

 

Continua la caccia a Ben Mohamed Ayari Borhane, il tunisino detenuto a Opera evaso dal pronto soccorso Fatebenefratelli nella notte tra giovedì e venerdì. Gli investigatori hanno controllato se il fuggitivo potesse aver raggiunto Petritoli in provincia di Fermo, nelle Marche. E’ proprio nel piccolo paese marchigiano che l’uomo viveva al momento dell’arresto. Si è ipotizzato che il tunisino avesse potuto raggiungere la stazione centrale a piedi, data la distanza non proibitiva e la possibilità di confondersi con i tanti nordafricani accampati in zona. E’ anche plausibile che il 42enne possa aver sfruttato qualche conoscenza fatta nel carcere di Opera per trovare rifugio, o che ad aiutarlo siano alcuni parenti; da escludere il coinvolgimento dei fratelli, entrambi detenuti, e della ex moglie, tempestivamente portata al sicuro dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, per timore di una vendetta immediata da parte dell’uomo. Secondo quanto appreso da alcuni detenuti del carcere di Ferrara, in cui Borhane era stato detenuto in passato, l’uomo potrebbe essere scappato all’estero. Condannato nel 2016 per associazione a delinquere dedita al narcotraffico e dopo aver più volte riferito di non voler morire in cella, l’uomo si era autoproclamato Imam e negli ultimi tempi era sotto controllo per il rischio radicalizzazione. Il piano per la fuga è stato studiato giorni prima e simulando di aver ingerito una lametta da barba è stato portato al pronto soccorso Fatebenfratelli. Qui Borhane ha chiesto di andare in bagno, ed eludendo la sorveglianza dei tre agenti preposti alla sua sorveglianza, e riuscito a fuggire dal bagno del pronto soccorso.