Un complice, qualcuno che possa averlo aiutato a disfarsi del corpo dell’ex moglie. Le indagini per far luce sulla scomparsa di Souad Alloumi, la 29enne marocchina sparita da giorni, prendono ora una nuova strada. Quella che Abdelmjid El Biti, un tempo sposato con la donna, suo connazionale, si sia fatto aiutare da qualcuno per liberarsi del cadavere. In carcere con l’accusa di omicidio, l’ex marito sarebbe stato  incastrato da questa telecamera che affaccia sulla corte dove la donna viveva con i figli.

Le immagini immortalano l’uomo mentre nella notte trascina un pesante sacco nero, dove, probabilmente, si trovava chiusa la donna, forse ancora viva.

A non convincere gli inquirenti anche la ricostruzione di quella notte fatta dall’uomo. L’arrivo in via Milano, casa dell’ex moglie, intorno alle 11 di sera con i figli. Cinque ore dopo, nel cuore della notte, l’uscita con quel sacco nero fino alla sua auto, come confermato dalla telecamera. La macchina dell’ex marito ricomparirà nelle immagini di un’altra telecamera, a Seniga, paese sempre del bresciano dove vive l’uomo. “ Sono tornato a casa”, si difenderà, ma l’ora in cui viene immortalato non coincide con la distanza, breve, dalla casa della donna. Troppe incongruenze, troppi interrogativi. A partire da quel sacco. Per l’uomo conteneva vestiti. Ma allora se così fosse, perché non si trova?. Nella sua casa sono stati sequestrati dei sacchi ma nessuno coincide con quello delle immagini. E poi, c’è la versione della figlia più grande. La bambina ha raccontato di un litigio tra i genitori, l’ultimo di una coppia già in crisi. Che si era separata qualche mese fa quando la donna era venuta a vivere in questa corte. Lei bella e solare, lui, di 20 più grande, descritto come un marito geloso, rimasto prepotente nonostante la separazione.