“Avevo bevuto per tutto il giorno”. Suona, quasi come una giustificazione. Una spiegazione inaccettabile per motivare quell’omicidio commesso a colpi di bicicletta. Ha confessato davanti al gip mentre lo interrogava, il clochard che domenica sera, sotto l’Arco della Pace, pieno centro milanese, ha ucciso un altro senzatetto. L’alcool, eccessivo, in corpo, qualche spinello e i futili motivi hanno fatto il resto e così l’aggressore ha imbracciato una bicicletta e si è scagliato contro la sua vittima. Lui, 22 anni, salvadoregno, è stato arrestato quasi in flagranza mentre si aggirava nella piazza a torso nudo, visibilmente alterato. Gli abiti ancora sporchi di sangue e una ferita alla mano. Per la vittima, 41 anni, tunisino, non c’è stato scampo. Mortali, le ferite inferte al capo con il lucchetto della bici.

L’aggressore è stato interrogato dal gip. Davanti al magistrato ha confessato ed è scoppiato a piangere quando ha saputo della morte del tunisino. Per lui è stata chiesta la convalida dell’arresto: dovrà rispondere di omicidio volontario. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, ubriaca era anche la vittima. Chi ha visto ha raccontato che prima è stato scaraventato a terra, poi, colpito, per ben sei volte con la bicicletta. A rendere mortale la due ruote, il lucchetto arrotolato al telaio, che è stato infatti trovato intriso di sangue. Una violenza senza un vero perché, quasi certamente per futili motivi. Maturata in un contesto di degrado: vittima e carnefice era noti come due disperati che da tempo bivaccavano nella zona.