“Numerose e varie analisi biologiche effettuate da diversi laboratori hanno messo in evidenza la piena coincidenza tra il profilo di ignoto 1 e quello di Massimo Bossetti”. Così la Cassazione nelle motivazioni della sentenza che ha confermato l’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Nelle 155 pagine i giudici scrivono: “Visto che la difesa ha utilizzato l’argomento anche in sede extraprocessuale è bene chiarire che la genericissima ipotesi della creazione in laboratorio del dna dell’imputato oltre ad appartenere alla schiera delle idee fantasiose, è manifestamente illogica. Se si volesse seguire la tesi complottista – continua la prima sezione penale – legata anche alla necessità di dare in pasto all’opinione pubblica un responsabile è evidente che – ammessa solo per ipotesi la reale possibilità di creare in laboratorio un dna – si sarebbe creato un profilo che immediatamente poteva identificare l’autore del reato senza attendere ben tre anni”. Come anche fantasiosa viene definita l’ipotesi di una contaminazione volontaria prima del ritrovamento del corpo. Per la Suprema Corte la probabilità di individuare un altro soggetto con lo stesso profilo genotipico equivale a un soggetto ogni 3700 miliardi di miliardi di miliardi di individui.