Quella sera, Niccolò Bettarini fu il primo a iniziare la rissa, sferrando un pugno. Dopo il colpo di scena in cui uno degli aggressori al figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini, in una memoria scritta, ha confessato di aver sferrato due coltellate, oggi un nuovo elemento si aggiunge a quella notte, del primo luglio scorso quando davanti alla discoteca Old Fashion di Milano un pesante litigio lasciò a terra il figlio della celebre coppia. Dunque secondo i quattro ragazzi accusati di tentato omicidio sarebbe stato proprio il giovane a cominciare forse, per difendere un amico. Di parere opposto la versione del diretto interessato. Niccolo’ Bettarini, presente in aula, si è detto disponibile a fornire la sua versione dei fatti.
Nell’udienza, che si sta svolgendo a porte chiuse, i legali dei quattro imputati hanno depositato una consulenza di parte nella quale si sostiene che le ferite inferte non erano mortali. Consulenza che sarà valutata, come deciso dal Gup, da una perizia medico-legale. Resta intanto il mistero delle coltellate: due quelle ammesse da uno degli imputati, che non coincidono con le otto ferite riportate dal giovane Bettarini.
Nell’udienza, che si sta svolgendo a porte chiuse, i legali dei quattro imputati hanno depositato una consulenza di parte nella
quale si sostiene che le ferite inferte non erano mortali. Consulenza che sarà valutata, come deciso dal Gup, da una perizia medico-legale. Resta intanto il mistero delle coltellate: due quelle ammesse da uno degli imputati, che non coincidono con le otto ferite riportate dal giovane Bettarini.