Bisogna cominciare a sparare. Così scriveva nel gruppo whatsapp della giunta Giancarlo Gabba, assessore ai Lavori pubblici, per risolvere i problemi di sicurezza. “Altrimenti sarà sempre peggio”, proseguiva. Con tanto di emoticon rosso fuoco. Era il 26 giugno, quasi un mese dopo, il 21 luglio, le armi spuntano davvero. E’ la pistola di Massimo Adriatici, all’epoca dei fatti assessore, proprio alla sicurezza. Lo si vede in questo video mentre, al culmine di una lite, punta l’arma contro Youns El Boussettaui, immigrato, noto per il suo atteggiamento sopra le righe. Dalle parole ai fatti? Forse. La chat precede l’episodio di sangue ma spunta soltanto ora grazie a Gianpiero Santamaria, politico locale.

Un terremoto che scuote il Comune, con il sindaco Paola Garlaschelli, chiuso nel silenzio, mentre da più parti si chiedono le sue dimissioni. Intanto la città si interroga, ancora una volta, sull’uso delle armi.

Sul fronte dell’inchiesta intanto una svolta. Delle tre telecamere puntate in piazza Meardi, dove è avvenuta la sparatoria, quella fondamentale, quella che avrebbe potuto riprendere i momenti salienti della lite tra il politico e l’immigrato, non ha invece ripreso nulla. Non funzionava, fanno sapere fonti investigative. Quel pugno che sarebbe stato sferrato dall’extracomunitario e la conseguente reazione di Adriatici, restano, al momento, un giallo.