Valentino Modanese, presidente dello Juventus Club “Gaetano Scirea” di Castagnaro (VR) di cui è socio l’autore dei cori razzisti rivolti al portiere del Milan Mike Maignan durante il riscaldamento pre Juve-Milan, è intervenuto a Qui Studio a Voi Stadio su Telelombardia e Top Calcio 24: “Sono antirazzista per eccellenza, il nostro non è neanche un club di ultras. La missione di cui parla il soggetto era solo la sua missione, non la nostra. Io non c’ero, ho parlato con altre persone che erano lì e che purtroppo non sono intervenute per il pensiero del ‘non è mica mio figlio’. Ho parlato con lui, gli dispiace ma ormai la frittata è fatta e non si può tornare indietro. Ha avuto un comportamento da stupido e noi prenderemo il massimo provvedimento. Certamente verrà espulso dal club, ci ha recato un danno d’immagine come club e come persone. Davide è una persona di più di 40 anni e purtroppo quando si va a vedere le partite c’è chi si trasforma e di stupidi se ne trovano: noi diamo raccomandazioni ma non siamo controllori o Carabinieri, una volta dentro ognuno dice e pensa quello che vuole. Purtroppo il calcio è, sotto questo punto di vista, lo sport peggiore e speriamo che si riesca a vincere contro il razzismo, una battaglia molto difficile”.

Nella serata di martedì è arrivata, attraverso i propri canali social, la risposta del portiere del Milan Mike Maignan: “Domenica sera all’Allianz Stadium alcuni tifosi bianconeri mi hanno preso di mira con insulti e grida razziali. Cosa volete che dica? Che il razzismo è sbagliato e che quei tifosi sono stupidi? Non si tratta di questo. Non sono né il primo né l’ultimo giocatore a cui questo succederà. Finché questi eventi vengono trattati come “incidenti isolati” e non viene intrapresa alcuna azione globale, la storia è destinata a ripetersi ancora e ancora e ancora.

Cosa facciamo per combattere il razzismo negli stadi? Crediamo veramente che ciò che facciamo sia efficace? Faccio parte di un Club impegnato come leader nella lotta contro ogni discriminazione. Ma bisogna essere di più e uniti in questa battaglia contro un problema sociale che è più grande del calcio stesso. Nelle stanze che governano il calcio, le persone che decidono sanno cosa si prova a sentire insulti e urla che ci relegano al rango di animali? Sanno cosa fa alle nostre famiglie, per i nostri cari che lo vedono e che non capiscono che possa ancora succedere nel 2021?

Non sono una “Vittima” del razzismo. Sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso. Finché potremo usare la nostra voce per cambiare le cose, lo faremo”