Sarebbe morta nel sonno nella notte tra il 7 e l 8 maggio nella sua casa di Temù Laura Ziliani, la 55enne vedova, ex vigilessa e impiegata comunale a Roncadelle. La donna sarebbe stata uccisa dalle sue due figlie Paola e Silvia Zani, rispettivamente studentessa di economia e impiegata in una RSA e dal fidanzato della maggiore Mirto Milani, laureato in psicologia, tutti accusati di omicidio volontari aggravato e occultamento di cadavere. Nessun segno di violenza sul suo corpo, gli inquirenti ritengono che la donna sia stata soffocata in stato semi comatoso, durante l’autopsia infatti sono state trovate tracce di Bromazepam, una sostanza idonea a compromettere le capacità di reazione e di difesa. Probabilmente per porre fine alla sua vita è stato sufficiente tapparle le narici o metterle un cuscino sul volto. Sarà la relazione finale del medico legale a mettere un punto fermo su questo aspetto. Il cadavere di Laura, secondo chi indaga, sarebbe stato occultato in un luogo che ne ha permesso una discreta conservazione per tre mesi. Appare infatti poco probabile che sia rimasto per un lungo periodo nelle condizioni ambientali che caratterizzano il luogo del ritrovamento lungo la ciclabile di Temù. Ma se e dove sia stato nascosto non è ancora dato saperlo. I 3 indagati e arrestati, dopo le iniziali dichiarazioni per depistare le indagini, con appelli singhiozzanti e ridicole bugie, si sono chiusi nel silenzio. Domani si terrà l’interrogatorio di garanzia nel carcere bresciano di Verziano per le due sorelle e in quello di Mombello per Mirto Milani. Forse verranno chiariti i tanti punti ancora oscuri.