“ Il lavoro potrebbe metterlo a contatto con altre donne e lui è pericoloso”. Questa in sostanza la motivazione che ha portato il gip di Milano a convalidare l’arresto per Omar Confalonieri, l’agente immobiliare di 48 anni finito in carcere con l’accusa di aver avvelenato una coppia durante la trattativa per la compravendita di un box. Davanti al magistrato l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Intanto l’inchiesta prosegue e non si esclude possa far emergere altri casi analoghi a quello della coppia da cui è partita questa inchiesta. Due le donne che si sono presentate in queste ore ai magistrati mentre spunta un altro caso a Bergamo, una giovane che sarebbe stata narcotizzata e violentata. Da qui il lavoro degli inquirenti che stanno cercando di ricostruire la rete di conoscenze, soprattutto femminili dell’uomo. L’ipotesi e il timore è che si tratti di uno stupratore seriale.
Intanto col passare delle ore emergono nuovi dettagli sulla vicenda che lo ha portato in carcere. Le telecamere poste nell’abitazione delle vittime hanno permesso di ricostruire le sei ore da incubo vissute dalla coppia.
Siamo al 2 ottobre scorso. I tre s’incontrano in un bar pasticceria dell’hinterland milanese. Si conoscono perché i figli frequentano lo stesso nido. La coppia ha infatti una figlia di 10 mesi anche lei presente all’appuntamento. Motivo: la compravendita di un box da parte dei due. Prima di sedersi al tavolo però l’uomo chiede di passare in farmacia: deve comprare dei medicinali per il mal di schiena, dirà. E invece compra un potente psicofarmaco.
Nel bar l’uomo è strano, agitato, trasandato, non parla mai della trattativa per il box. Ha fretta di consumare quegli “ spritz”, tanto da ritirarli al bancone prima che il barista li completi. “ Questo è per la signora”, dice offrendo alla donna il drink portato da lui stesso. In quel bicchiere, come confermeranno le telecamere del locale, ha versato il potente psicofarmaco. Lo stesso farà nella bevanda del marito. Pochi minuti e i due sono già storditi. Da qui in poi il racconto è in parte affidato ai ricordi annebbiati delle vittime, in parte alle telecamere poste nel loro appartamento. Lui, stordito per ore incapace di reagire. Lei, incosciente, abusata dall’agente immobiliare. Quest’ultimo padrone in casa loro. Mentre la piccola, forse anche lei sedata, assiste inconsapevole. A fine serata un lampo di lucidità permette alla coppia di chiedere aiuto. Le analisi confermeranno l’avvelenamento per entrambi. Lui arrestato, si scopre che nel 2008 era già finito in galera per un fatto analogo. Nell’interrogatorio di garanzia non ha risposto. Per il gip resta in carcere: “troppo pericoloso”.