Capelli ben pettinati, maglioncino blu, camicia a righe. Oggi è stato il giorno di Giacomo Bozzoli alla Corte d’Assise di Brescia davanti alla corte presieduta dal giudice Spanò.
“Sono innocente, nessuno mi ha mai visto litigare con mio zio e non c’è mai stata alcuna litigata con lui”. E’ iniziata così la deposizione in aula di Giacomo Bozzoli, unico imputato nel processo per la misteriosa scomparsa dello zio Mario Bozzoli l’8 ottobre 2015 all’ex fonderia di famiglia di Marcheno, nel bresciano.
Giacomo Bozzoli ha fornito per la prima volta la sua verità sull’improvvisa scomparsa dello zio, svanito nel nulla da quel giorno e sul motivo per cui aveva salvato con il nome merda lo zio Mario sul cellulare, Giacomo ha riferito che era il nome che lo zio dava al materiale quando lo pesava sulle bilance. Di lì a poco l’avrebbe salvato soltanto come zio Mario – ha aggiunto, definendo una bambinata la cosa del nomignolo in rubrica.
E poi le testimonianze della sua ex fidanzata, Jessica Gambarini, che il 17 novembre scorso in aula aveva raccontato del piano di Giacomo di uccidere lo zio. “Per me lei – ha detto Giacomo – ha visto un film su Sky e vuole rovinarmi la vita. Non aspettava altro”.
Perplessità sono venute a Giacomo dopo la misteriosa fine dell’operaio Beppe Ghirardini, trovato morto in un bosco nei pressi di Ponte di Legno.
In aula era presente, come sempre, la moglie di Mario, Irene Zubani che ha accusato apertamente il nipote della scomparsa del marito. “La denuncia di mia zia è qualcosa di ignobile – ha chiosato Giacomo. Ha puntato il dito contro di me e contro la mia famiglia e non so il perché”. Giacomo ha infine ricordato quella giornata nei minimi dettagli. “Non l’ho mai incontrato e neppure incrociato. Come posso avergli fatto del male?”.