Ucciso perché non sarebbe riuscito a piazzare denaro e gioielli frutto di una rapina fatta anni fa nell’Oltrepò Pavese. Il giallo della morte di Gigi Bici si infittisce giorno dopo giorno e la squadra mobile di Pavia sta analizzando con attenzione tutte le frequentazioni del 60enne pavese, trovato senza vita davanti a una cascina di Calignano, frazione di Cura Carpignano.
Nella casella della posta della proprietaria di quella cascina, è stata recapitata una lettera anonima indirizzata alla figlia di Gigi Bici che spiegherebbe il movente dell’omicidio. A Luigi Criscuolo, detto Gigi Bici dal nome della sua officina di biciclette a Pavia, era stato affidato il bottino di 300 mila euro di una rapina fatta anni fa a cui però lui non avrebbe partecipato. L’8 novembre scorso l’uomo si sarebbe dovuto incontrare proprio per restituire il tutto visto che non era riuscito a piazzare l’intero malloppo. Da quel momento di lui si sono perse le tracce. La sua auto, con all’interno tracce di sangue, era stata ritrovata la sera del giorno stesso. Gigi Bici viene portato via con un furgone, preso a sprangate, freddato con un colpo di pistola e abbandonato davanti all’abitazione di una donna, Barbara Pasetti, fisioterapista che ha ribadito di non conoscere per nulla Gigi Bici.
Le indagini si stanno indirizzando verso una pista precisa. Quella mattina, l’8 novembre scorso, Gigi Bici avrebbe tentato invano di chiamare due amici per non andare da solo a quell’appuntamento, fatale per lui. Di chi aveva paura Luigi Criscuolo? E perché ? Dai tabulati telefonici e dalle telecamere gli inquirenti sperano di arrivare agli assassini di Gigi Bici, la cui fine, ad oggi resta ancora avvolta da un mistero.