I segni dell’incendio. Intorno i vigneti della Franciacorta e un silenzio quasi tombale. Chi ha scelto di lanciare a tutta velocità quel Suv, per poi darlo alle fiamme con all’interno un corpo, ucciso e legato mani e piedi, sapeva che in pochi lo avrebbero notato. Ha ancora i contorni del giallo il ritrovamento del cadavere carbonizzato, chiuso nel bagagliaio di un fuoristrada incendiato e ritrovato nelle campagne di Cologne, in località Rodenga. Siamo in provincia di Brescia.
L’uomo trovato morto nell’auto è stato identificato: il suo corpo appartiene a un kosovaro di 40 anni. Da tempo risiedeva nel bresciano e, secondo indiscrezioni, avrebbe avuto precedenti per droga. Una vicenda ancora tutta da chiarire ma che sembra quindi prendere la direzione dello spaccio, forse un regolamento di conti in un’area non nuova a questo genere di affari.
Serrate le indagini da cui emerge che il Suv, è intestato a un altro straniero, un 34enne, che non aveva denunciato il furto. Perché? Aspetto da chiarire come la presenza di un drone. Notato volare sull’area del ritrovamento e che non appartiene a nessuno dei residenti. Tanti gli interrogativi e sullo sfondo una certezza: chi ha agito lo ha fatto un modo efferato, con modalità che richiamano il crimine organizzato. Da professionista, sicuro di non farsi notare.