Una vita vissuta attorno a una sessualità estrema. Parole forti da parte dei giudici nelle motivazioni della sentenza di condanna inflitta ad Alberto Genovese, il re delle start up che sta scontando 8 anni e 4 mesi per due stupri: uno a Milano, in quella che era la sua Terrazza Sentimento e l’altro in una villa ad Ibiza.
Quella di Genovese, insomma, per i giudici, era una sessualità esercitata con pratiche violente.
Nelle motivazioni, una parte dedicata anche al capitolo droga. L’uso, seppur massiccio di stupefacenti di tutti i tipi, scrivono, non ha compromesso la sua capacità di intendere e di volere.
Per il giudice infatti la dipendenza ha solo condizionato pesantemente la sua condotta. Nulla più. Insomma una vita portata all’eccesso ma che non gli ha impedito di circondarsi di donne bellissime in case e feste suntuose.
Arrestato il 6 novembre del 2021 dopo la denuncia di una giovane violentata per ore nella sua abitazione a Milano, apparso recentemente in tribunale il giorno della sentenza. Di lui il giudice ha apprezzato il percorso di recupero intrapreso per uscire dalla dipendenza dalla droga. A processo anche l’ex fidanzata, sarh Borruso, condannata, sempre in abbreviato, a 2 anni e 5 mesi. Nell’inchiesta è emersa la sua dipendenza psicologica dall’uomo. Un legame perverso che per i giudici l’ha portata a condividere l’altra violenza, quella consumata ad Ibiza e subita da una modella di soli 23 anni.