L’obiettivo della macchina fotografica di Stefano Guindani immortala le condizioni di lavoro nelle miniere d’oro che, insieme al caffè, sono il simbolo di un Paese dove il 42 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà
Le miniere d’oro, croce e delizia della Colombia, sono al centro dell’undicesimo appuntamento di BG4SDGs – Time to Change, progetto sviluppato da Banca Generali con il fotografo Stefano Guindani per raccontare lo stato dell’arte dell’Agenda Onu 2030.
L’obiettivo della macchina fotografica immortala le condizioni di lavoro nelle miniere d’oro che, insieme al caffè, sono il simbolo di un Paese dove il 42 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e il 90 per cento dell’estrazione del metallo prezioso che avviene senza concessioni ufficiali. L’attenzione del fotografo si è infatti posata questa volta sul Sustainable Development Goal numero 8: “Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena occupazione e il lavoro dignitoso per tutti”. Un obiettivo tanto complesso quanto sfidante, che raccoglie al suo interno elementi che contribuiscono in modo determinante a debellare la povertà nei Paesi emergenti. Negli anni, la ricerca dell’oro trasformatasi poi in estrazione mineraria, ha avuto e ha ancora oggi un enorme impatto sull’ambiente, sulla salute e sulle condizioni di lavoro dei cittadini. Sono infatti 350.000 le persone che in Colombia svolgono lavori nel settore aurifero attraverso una produzione artigianale che sostenta le numerose famiglie anche nelle zone più remote del Paese. Un numero importante che invita ad una riflessione su quanto il mining possa impattare negativamente o positivamente sulla società civile in funzione di scelte giuste o sbagliate fatte dalle istituzioni locali e da chi si occupa di garantire condizioni ottimali per i minatori, spesso vittime di conflitti interni, lavoro minorile o di mancanza di equità di genere. A pagarne le conseguenze, oltre che gli abitanti, è anche l’ambiente esposto a numerosi agenti inquinanti tra cui il mercurio ampiamente utilizzo durante l’estrazione dell’oro e di altri metalli.
Sono infatti cento le tonnellate che ogni anno vengono disperse nell’ambiente del tossico metallo liquido che inquinano il suolo e le falde acquifere, compromettendo la salute dei minatori e delle persone che vivono nei pressi delle miniere. “Il lavoro di estrazione dell’oro eseguito in modo sostenibile, senza l’utilizzo di materie tossiche e altamente inquinanti, non può che migliorare le condizioni di vita dei minatori e anche di tutte le persone che vivono lungo i corsi di acqua, garantendo lo sviluppo locale e la crescita economica di queste comunità. Spesso i soldi guadagnati, attraverso l’estrazione sostenibile dell’oro, possono essere reinvestiti in coltivazioni come il caffè che è un’altra grande ricchezza della Colombia. E’ stato molto duro verificare che ancora a oggi oltre il 70% delle miniere utilizza il mercurio per estrarre il prezioso minerale, con grandissimi danni e conseguenze per l’ambiente circostante” ha spiegato il fotografo Guindani. Dal 2018, momento in cui la Colombia ha deciso di liberarsi del mercurio, le cose però stanno cambiando. In un contesto così complesso basato su dinamiche che hanno fatto la storia dei Paesi Sudamericani, a fare un’eccezione è Fairmined, l’iniziativa nata per certificare la provenienza dell’oro estratto senza l’utilizzo di mercurio e con modalità in armonia con la natura, gli abitanti e i lavoratori favorendo lo sviluppo sostenibile e contribuendo alla trasformazione della vita delle comunità minerarie. I produttori, oltre ad essere pagati per un prezzo equo, ricevono un premio in denaro che varia dai 4 ai 6 dollari per grammo estratto a seconda dell’utilizzo o meno di sostanze chimiche durante l’estrazione. Con questo premio, i piccoli artigiani possono reinvestirli a favore di progetti dedicati all’uguaglianza di genere, all’ambiente o ai diritti umani. Presentato lo scorso 15 settembre 2021 a Milano, BG4SDGs – Time to Change proseguirà ora nei prossimi mesi al fine di approfondire tutti i 17 SDGs dell’Agenda ONU 2030. Per ciascuno di essi, la chiave adottata dal fotografo sarà duplice: da un lato si punta ad evidenziare l’azione negativa dell’uomo sull’ambiente e sulla comunità, dall’altro come lo stesso genere umano abbia invece una straordinaria capacità di recupero attraverso soluzioni innovative e sostenibili.