Napoli, 17 mar 17:36 – (Agenzia Nova) – La nuova frontiera dell’eolico offshore, la consolidata attività nel settore militare, gli investimenti nella cybersicurezza: sono tanti i temi toccati dall’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, in un’intervista ad “Agenzia Nova” a margine del Feuromed, il Festival euromediterraneo dell’economia, in corso oggi a Napoli. L’eolico offshore è una fetta di mercato che “crescerà a doppia o tripla cifra” nel prossimo futuro e Fincantieri è già in prima fila in questo settore, ha detto l’Ad. “L’Unione europea ha definito dei target molto importanti per le rinnovabili, l’eolico in particolare e soprattutto quello offshore è la parte dove c’è una riserva di valore e tanto da fare. A livello europeo si stima che entro il 2030 bisogna fare circa 60 gigawatt di eolico offshore, e al 2050 arrivare a circa 300 gigawatt. È un’economia gigantesca che ha bisogno di tutto: navi per costruire questi parchi, oltre a finanze. Si stimano miliardi da investire in questa nuova onda delle rinnovabili a mare. Molti di questi fondi andranno alla costruzione dell’infrastruttura ma anche dell’economia”, ha detto Folgiero che parla dell’attività di Vard, società del gruppo Fincantieri, che “ha competenze specifiche che servono ad accompagnare la costruzione e il servizio di queste infrastrutture”. “Facciamo navi che servono a costruire in acque profonde e navi che servono a esercire queste infrastrutture in acque profonde e poi costruiamo le navi posacavi: stiamo parlando di ‘un’infrastruttura accesa’ che si attiva attraverso questi cavi”, ha spiegato l’Ad di Fincantieri. Nelle ultime settimane Fincantieri ha annunciato quella che Folgiero definisce “una sequenza ‘rossiniana di acquisizioni” in questo settore di mercato: “Prima di Natale abbiamo annunciato una seconda posacavi per Prysmian (leader mondiale nel settore dei sistemi in cavo per l’energia e le telecomunicazioni), poi abbiamo annunciato una seconda posacavi e tre annunci Sov (utilizzate per il trasporto di tecnici addetti alla manutenzione e al monitoraggio del funzionamento delle turbine eoliche), navi da 80-85 metri che servono a costruire”, ha affermato l’Ad. “Fincantieri è in prima fila con competenze distintive molto forti, che abbiamo inserito nel nostro piano: Vard realizza circa 700 milioni di ricavi sul monte complessivo di Fincantieri che quest’anno sono più di 7,5 miliardi. Contiamo di raddoppiare Vard. Questa era la visione dell’estate scorsa e devo dire che l’autunno e la primavera 2023 ci stanno dando ragione”, ha aggiunto Folgiero.

L’amministratore delegato, inoltre, spiega come non ci sia solo da costruire l’infrastruttura e servirla ma anche “gli oggetti su cui posano queste turbine”, facendo riferimento non solo alle “piattaforme in acque basse” ma soprattutto a quello che Folgiero definisce “il macrotrend del futuro”. “In futuro si andrà in acque profonde dove ci sono i corridoi del vento, lontano dalle coste e questo abbassa tutti gli impatti tipici, gli effetti nimbi di queste infrastrutture. Il Mediterraneo è un teatro fondamentale di quest’espansione energetica e il corridoio del vento è molto chiaro, si chiama Maestrale, e l’Italia avrà un ruolo fondamentale”, ha detto l’Ad di Fincantieri. Gli oggetti in questione “si chiamano floaters, dei grandi triangoli di acciaio marino ancorati sui fondali. Nascerà, quindi, una nautica dell’acciaio per costruire questi oggetti e siccome andranno messi in opera non saranno realizzati in Corea o in Cina, ma assemblati il più vicino possibile. Un altro tema, ha spiegato Folgiero, è la tipologia di acciaio che si utilizzerà: “Se questi oggetti saranno realizzati con acciaio da carbone non ci sarà una grande decarbonizzazione, quindi questo nuovo mondo chiamerà una domanda di acciaio verde europeo. Fincantieri è la nautica dell’acciaio a livello italiano, europeo e mondiale” e “sta guardando dentro questo nuovo mondo perché questi oggetti non devono solo galleggiare ma tenere qualunque mare e con turbine in funzione”. “C’è tanto ingegno italiano, c’è tanto acciaio che deve essere verde e c’è tanta capacità di costruire acciaio. Possiamo immaginare che si possa costruire, quindi, un’altra Fincantieri con un baricentro nel Centro Sud”, ha detto l’amministratore delegato, spiegando che negli Stati Uniti, così come in Cina, la corsa all’eolico offshore sia già partita. “Quando gli Usa parlano di Inflation reduction act (Ira), affermano che ci sono settori come la transizione energetica che dovranno essere ‘by America’ e questo trend lo stiamo già testando: noi come Fincantieri negli Usa siamo fra i pochi – fra i non statunitensi – che accedono al procurement Usa” e “a dicembre abbiamo annunciato una nave che servirà a costruire parchi eolici offshore negli Usa, costruita per loro nei nostri cantieri statunitensi”.

Folgiero ha poi rivolto l’attenzione al comparto militare, spiegando che l’azienda è presente in tutti i teatri geopolitici in cui c’è una grande richiesta per quanto concerne il comparto militare, dal Mediterraneo, al Sud-est asiatico, sino agli Stati Uniti. “La spesa militare cresce come macrotrend per la questione dell’Ucraina e i mercati sono i teatri geopolitici. C’è il teatro europeo, dove l’Italia si posiziona nella Strategic compass al fianco sud dell’Europa. Il Mediterraneo sarà un teatro geopolitico molto importante. Accompagniamo prima di tutto la Marina italiana che ha una flotta formidabile, sviluppata in questo rapporto strategico con Fincantieri. Il primo mercato è nel Mediterraneo la piattaforma geopolitica italiana: stiamo parlando con tutte le potenze che si affacciano nel Mediterraneo, e penso a Tunisia e Algeria, poi c’è il Mediterraneo allargato, e ci mettiamo anche il Medio Oriente, in Paesi come Emirati, l’Arabia Saudita che hanno programmi di rafforzamento della spesa navale militare. Il tipo di navigli richiesti sono esattamente le competenze distintive di Fincantieri: fregate e corvette e il dominio sottomarino, un comparto in cui l’Italia ha una buona leadership e Fincantieri anche”, ha detto Folgiero. Poi c’è il teatro del Sud-est asiatico, ha proseguito l’Ad. “C’è moltissimo interesse in Malesia dove saremo quest’estate per partecipare a un fiera molto importante e c’è l’Indonesia, dove abbiamo buoni contatti e una conversazione commerciale in corso”. E poi gli Stati Uniti: “Stiamo in fase molto avanzata di progettazione e costruzione della nuova fregata statunitense che si chiama ‘Constellation class’. Siamo andati a Washington a verificare il posizionamento di Fincantieri e abbiamo accertato che è molto forte presso quel cliente, basato sulla nostra credibilità e capacità di dimostrare”. Gli Usa, ha sottolineato Folgiero, “hanno volumi che sono moltiplicabili per dieci rispetto a qualunque altra parte: siamo già al terzo ordine e l’accordo prevede di arrivare sino a dieci. Ma la Marina Usa quando adotta un mezzo ne richiede cinquanta, o cento”, ha spiegato l’Ad, sottolineando come questa classe di fregata sia “un nuovo standard, un’evoluzione della fregata italiana Fremm, e conferma quanto Fincantieri e l’Italia siano considerati dei punti di riferimento negli Stati Uniti”.

Fincantieri, in quanto azienda che opera sulla digitalizzazione, sta puntando anche sulla cyber sicurezza, dato che non esiste digitalizzazione di asset strategici senza associazione a un sistema che li protegga. “Stiamo lavorando per validare le nostre soluzioni e come sempre lavoriamo con la Marina, in particolare su come rafforzare con una soluzione molto interessante e innovativa il Sistema nave con un software e hardware che serva a controllare i nodi di entrata cyber di una nave. Ci stiamo lavorando per la nostra offerta digitale cruise, perché maggiore sarà il livello di automazione e remotizzazione di queste navi e più importante sarà una cyber forte per manovrare dall’esterno queste smart cities. E in più lavoriamo molto sull’unmanned delle navi da lavoro: se un campo eolico si trova a 80 miglia dalla flotta, se io lo devo esercire con 50 persone equipaggio che devono fare avanti e indietro, più riesco a digitalizzare questo tipo di naviglio, più io creo valore per i clienti”, ha detto Folgiero. “È chiaro però che nel momento in cui remotizzi più devi proteggere. Questi sistemi passano per collegamenti misti, satellitari e 5G, e devono essere protetti perché sono punti di accesso cyber”, ha aggiunto l’Ad. Folgiero, inoltre, ha smentito tutte le indiscrezioni degli ultimi tempi relativi alla sua sezione infrastrutture: “Non abbiamo detto di volerla vendere”. “Sulle infrastrutture abbiamo sempre detto che è un settore che vogliamo rafforzare perché non ci ha dato soddisfazioni economiche e pensiamo che una parte della responsabilità sociale di un’azienda sia quella di guadagnare. Ci sentiamo la responsabilità di rafforzare questa divisione perché deve seguire il backlog che ha incamerato, rispettare le obbligazioni, portare avanti il marchio Fincantieri e dimostrare che facciamo le cose e le facciamo bene”, ha detto Folgiero.