Presa alle spalle, a freddo, in sala. Una sola coltellata alla gola, quella che le ha impedito di urlare e chiedere aiuto. E’ questa la nuova, vera, dinamica dell’omicidio di Giulia Tramontano, uccisa dall’uomo che l’avrebbe resa madre fra due mesi, Alessandro Impagnatiello. Non dunque dopo che lei si era ferita tagliando i pomodori ma un vero agguato nel soggiorno dell’appartamento che i due dividevano a Senago. A dimostrarlo i rilievi eseguiti dalla Scientifica dei carabinieri, in particolare il luminol che ha dimostrato come tutte le superfici coinvolte nel delitto fossero piene di sangue. Lo si vede da queste fotografie: il pavimento del pianerottolo, le scale, il box, la parete del soggiorno dove Giulia è stata aggredita. Bugie dunque che per ora sembrano confermare le ipotesi degli investigatori: Impagnatiello “ è in grado di mentire ripetutamente e di cambiare più volte la versione di fatti”, come scrivono negli atti. Una montagna di bugie, dunque, per gli inquirenti smentita dal sopralluogo dei carabinieri: tracce di sangue sono state trovate anche su un carrellino portapacchi, potrebbe averlo utilizzato per trasportare il cadavere, di certo lo ha comprato dopo l’omicidio ma negli interrogatori non ne ha mai parlato.
Gli inquirenti non credono neppure alle spiegazioni date per giustificare le due bustine di topicida trovate nel suo zaino. Servivano per il lavoro ha detto. Questo però non torna con la ricerca fatta sul web: veleno per topi, effetti sull’uomo. Un elemento che fa pensare potesse servirgli per avvelenare la donna. Ipotesi che l’autopsia, attesa a breve, potrebbe confermare o smentire.