Il massimo della pena: nell’aula del tribunale di Busto Arsizio, dove si celebra il processo, il pubblico ministero ha chiesto l’ergastolo per Alessandro Maja, l’uomo accusato di aver ucciso a colpi di martello la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia. Quella notte, nella loro abitazione di Samarate, nel varesotto, si scagliò anche contro l’altro figlio, Nicolò, che riuscì a salvarsi solo perché creduto morto. Il giovane, oggi 24enne, dopo una serie di interventi chirurgici è rimasto invalido, su una sedia a rotelle. “Spero abbia la pena che merita” è stato il commento del ragazzo.
Alessandro Majer, designer di interni, è stato dichiarato capace di intendere e di volere. La perizia psichiatrica a cui è stato sottoposto ha anche escluso l’impossibilità di stare a giudizio. A lui, la parte civile, ha chiesto un risarcimento di 3 milioni di euro da destinare ai familiari delle vittime.
Nella precedente udienza Maja è intervenuto chiedendo perdono per qualcosa che lui stesso ha definito “imperdonabile”. La mattina del 4 maggio del 2022 fu trovato in giardino sporco di sangue, farneticante diceva frasi senza senso. Dentro, la famiglia, massacrata: la moglie Stefania, uccisa a martellate come la figlia Giulia. Il figlio Nicolo’ in fin di vita. I suoi affetti più cari, eliminati probabilmente per quella paura che aveva, negli ultimi tempi, di cadere in disgrazia economica, nonostante non ci fossero problemi in tal senso.
Ora per lui la speranza è che gli venga riconosciuto il vizio parziale di forma come chiesto dalla difesa. In questo modo nel computo della pena verrebbe escluso l’aggravante della crudeltà.
Il prossimo 21 luglio è attesa la sentenza.