Giovanni Ceccarelli, classe ’61. Uno dei massimi esperti di ingegneria navale entra nel team della Procura di Busto Arsizio. L’indagine è quella sull’incidente avvenuto lo scorso 28 maggio sul lago Maggiore quando, al largo di Lisanza, una barca con a bordo 23 persone, tutti agenti segreti italiani e israeliani, si inabissò per il maltempo portando alla morte di 4 persone. Non un nome qualunque il suo ma quello di un professionista legato ai maggiori marchi della nautica italiana ed europea ma soprattutto legato alla maxi operazione del 2012. Quella che portò al recupero della Costa Concordia quando si incagliò al largo dell’isola del Giglio. Un naufragio che costò la vita a 32 persone. A lui si deve il progetto del vettore che riuscì a rimuovere la nave dagli scogli.
Un’impresa ricordata come tra le più imponenti nella storia della nautica italiana. Oggi la sua esperienza torna sul Lago Maggiore. Grazie alla sua consulenza la Procura punta a capire se l’imbarcazione affondata nel Verbano fosse omologata e se le modifiche apportate alla struttura fossero a norma. Insomma se quella tragedia, nonostante il forte maltempo, si potesse evitare o meno. Sullo sfondo resta poi il mistero degli 007. Perché un così alto numero di agenti segreti si trovasse in quella zona e su quella imbarcazione.