Il carcere o una Rems. Viaggia su due strade, al momento, il destino di Guido Rancilio, il 35enne accusato dell’omicidio della madre Fiorenza, uccisa nel suo appartamento nel cuore di Milano da un attrezzo per palestra. A deciderlo sarà la perizia psichiatrica disposta dal pubblico ministero Ilaria Perinu. Attualmente l’uomo si trova ricoverato nel reparto Psichiatrico del Policlinico: da mercoledì scorso, giorno del fermo, è piantonato dai carabinieri con l’accusa di omicidio aggravato.
“Non è ancora in grado di comprendere quanto accaduto”, ha detto l’avvocato che lo assiste, spiegando così il perché l’uomo, durante l’udienza di convalida, si sia avvalso della facoltà di non rispondere.
Fondamentale per questo sarà la perizia psichiatrica: qualora questa dovesse accertare la totale incapacità di intendere e di volere da parte di Guido Rancilio non affronterebbe neppure il giudizio, quindi il processo.
L’ipotesi più probabile è infatti che per lui si aprano le porte di una Rems, una residenza per le misure di sicurezza che accoglie le persone affette da disturbi mentali e che si sono macchiati di un reato.
Sullo sfondo della vicenda ci sono infatti i noti disturbi psichiatrici dell’uomo che già nel 2014, nel 2021, e per un mese a inizio d’anno, era stato ricoverato al Policlinico per curare i problemi di schizzofrenia. La stessa madre sembra fosse molto preoccupata per le condizioni del figlio.
Quando gli inquirenti sono entrati nell’elegante palazzo di via Crocefisso la donna era riversa a terra, senza vita, avvolta in un piumone. Il figlio che le girava intorno al cadavere dicendo: “ viva la libertà”.