Anziani maltrattati e picchiati. Un’accusa pesantissima quella che la Procura di Bergamo ipotizza nei confronti di due responsabili di una RSA, la Bramante di Pontida. Assieme a loro indagate anche quattro operatrici sociosanitarie. Sei persone dunque accusate di maltrattamenti nei confronti di alcuni ospiti. In particolare, un’operatrice sociosanitaria è stata posta ai domiciliari mentre le due direttrice allontanate dalla casa di riposo e interdette temporaneamente dalla professione iscritte nel registro degli indagati dopo un blitz dei carabinieri col sospetto che abbiano maltrattato quelle persone che dovevano invece accudire e proteggere. I militari si sono presentati nella struttura: un moderno e curato edificio immerso nelle colline bergamasche, proprio sopra la città di Pontida. 69 i posti accreditati, di cui 20 all’interno di un nucleo di nuovissima costruzione. Una struttura che, anche senza entrare, sin dall’esterno appare curata, immersa nel verde e tranquilla..
Una tranquillità interrotta ora da questi presunti maltrattamenti. A far partire le indagini, le segnalazioni di alcuni parenti degli anziani ospiti, tra loro anche un ex finanziere. In particolare si tratta di due figlie di un’anziana ospite nella struttura che avrebbero raccontato di una situazione tutt’altro che serena.
Al blitz, oltre ai carabinieri, hanno partecipato anche gli uomini del Nas che hanno controllato anche i locali della mensa, ovvero lo stato di conservazione del cibo e dei medicinali. Ispezione che, a quanto risulta, non avrebbe però fatto emergere alcuna irregolarità. Al vaglio degli investigatori i medicinali somministrati ai pazienti, le loro condizioni e quelle della stessa RSA. A supporto delle indagini ci sarebbero state anche delle telecamere nascoste installate dagli stessi carabinieri. Dall’altra parte la struttura che fa capo a un gruppo toscano e che ha affidato la replica a un comunicato. “Non sapevamo ci fossero dei problemi”. La società si difende precisando che in questi casi i familiari possono segnalare direttamente alla RSA. Cosa dunque sia davvero accaduto, spetterà all’inchiesta chiarirlo.