Bambini di 7 e 8 anni indotti a spogliarsi davanti a una webcam. Atti di autoerotismo compiuti da giovanissimi e persino i filmati di violenze sui neonati. Materiale che poi finiva in rete, condiviso. Uno scenario da orrore quello svelato dall’operazione della polizia di Stato di Milano che ha smantellato una rete di pedofili attiva in diverse province della Lombardia. 21 le perquisizioni tra Lodi, Pavia, Varese, Como, Monza Brianza e il capoluogo. Cinque le persone arrestate: tra queste anche un uomo accusato di abusi su due bambine di 8 anni a lui legate da vincolo di parentela. In pratica le piccole gli venivano affidate dagli ignari genitori. Da solo con loro, ne approfittava. Secondo gli investigatori vittima dell’uomo anche una terza minorenne, amica delle prime due. Le violenze, per gli inquirenti, sarebbero andate avanti per anni.
Fondamentale l’analisi dei cellulari. Nei dispositivi quali gli inquirenti avrebbero trovato materiale compromettente: foto e video con bambini di 7/8 anni costretti a compiere atti sessuali in streaming. 117mila le connessioni analizzate dalla Polizia Postale di Milano. 26 le persone identificate di queste, 5, con precedenti specifici. In pratica, servendosi di caselle di posta elettronica aperte con dati fittizi accedevano a connessioni wifi “libere” o intestate a terzi poi, con profili social inventati, condividevano il materiale. In questo modo avrebbero diffuso immagini di abusi anche su neonati.