30 giorni di ricovero. Difficili, a lottare, più volte per la vita. Alla fine, Lavinia Limido, la 37enne aggredita a Varese dall’ex marito, è uscita dall’ospedale.
A un mese esatto da quella violenza, brutale, a colpi di coltello, costata la vita al padre, Fabio Limido, geologo 71enne, intervenuto per difenderla, lei, Lavinia, ferita al collo e al volto, la sua battaglia la sta vincendo.
“ E’ una tigre”, ha detto la madre, Marta Criscuolo uscendo dall’aula dove sta affrontando un processo per stalking a carico proprio di quell’uomo che le ha stravolto la vita.
Era il 6 maggio scorso quando un uomo si apposta davanti allo studio da geologo dell’ex suocero, in questo elegante quartiere di Varese. L’obiettivo è, appunto, Lavinia Limido, la donna dalla quale si sta separando.
Prima l’ex moglie poi il padre di lei. Ad avere la peggio proprio quest’ultimo. Morirà in ospedale.
In manette Marco Manfrinati, 40 anni, ex avvocato, un tempo iscritto all’albo di Busto Arsizio, fino a quando non è finito a processo per stalking nei confronti dell’ex moglie e della madre di lei. Per aggredire la donna ha persino violato un divieto di avvicinamento che era in corso da un anno. In sede di interrogatorio l’uomo ha ammesso l’aggressione all’ex moglie ma, parlando dell’accoltellamento ai danni del suocero, come spiegato dal suo avvocato, ha detto di essersi dovuto difendere dai colpi da mazza da golf sferrati dalla vittima.
Legittima difesa o volontà di uccidere spetterà al processo stabilirlo.