
Condannato in via definitiva nel 2015 esce ogni giorno dal carcere di Bollate per raggiungere il suo posto di lavoro in centro a Milano dove svolge mansioni contabili e amministrative, con rigide prescrizioni sugli orari di uscita e di rientro in cella. Una routine portata avanti da Alberto Stasi dal 2023, ma che potrebbe nuovamente cambiare. Il prossimo 9 aprile è infatti fissata l’udienza per discutere la sua ammissione ai benefici della legge Gozzini, ovvero un regime di semilibertà. Una misura alternativa alla detenzione che sarebbe essenziale per il suo reinserimento nella realtà esterna, una fonte di nuovi stimoli e relazioni e potrebbe approfondire e coltivare maggiormente i rapporti affettivi personali e familiari nelle ore a disposizione prima di fare ritorno in carcere per la notte. Nell’istanza depositata il 12 dicembre 2024 Stasi parla della sua attività di contabile amministrativo, svolta con profitto e che continuerebbe anche in regime di semilibertà. Il documento elenca anche la puntualità nel risarcimento alla famiglia Poggi dei 700mila euro “nell’ottica di pieno rispetto della sentenza definitiva”, e anche “l’assoluta assenza di pericolosità sociale”. La semilibertà ha l’obiettivo di favorire il graduale reinserimento sociale del condannato, mettendo in pratica il principio di rieducazione della pena. Ne possono richiedere l’accesso coloro che hanno scontato almeno metà della pena. Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni, ha già trascorso oltre i due terzi in carcere.
Polgati